
https://www.medicalexpo.it/prod/ginevri-srl/product-68599-432357.html
.. due storie raccapriccianti e rarissime hanno colpito la nascita di 2 bambini. Nulla pare si sappia delle cause, se dovesse trattarsi di una concausa non potrebbe essere il vaccino anticovid-19. E’ l’unica buona notizia.—————————————————
Nasce con tre peni: unico caso al mondo di trifallia. Lo studio sulle causeNon si ricordano precedenti del caso medico che dall’Iraq è balzato sulle cronache di tutto il mondo. Già perché, il contenuto di uno studio pubblicato sull’International Journal of Surgery Case Reports è davvero sorprende e riguarda un rarissimo caso di trifallia.
Protagonista un bambino iracheno nato con tre peni per una malformazione anatomica dei genitali più unica che rara, chiamata per l’appunto trifallia. Il piccolo è originario di Duhok, in Iraq, e quando i genitori hanno notato un gonfiore allo scroto hanno deciso di farlo controllare. Ebbene, i medici che lo hanno visitato non hanno avuto dubbi: aveva tre organi sessuali per quello che il dottor Shakir Saleem Jabali, che ha pubblicato lo studio sul Journal of Surgery Case Reports, considera “il primo caso certificato di trifallia”.
Ma perché il bambino è nato con tre peni? L’equipe medica che lo ha in cura ha effettuato delle analisi per comprendere se il bambino fosse stato esposto a farmaci durante la gravidanza o se avesse in famiglia anomalie genetiche, ma senza risultato. Non è rimasto loro che operare il bambino che fortunatamente aveva tre peni ma solo uno dotato di uretra: pertanto gli altri due sono stati rimossi in sala operatoria e ora, dopo un anno dall’intervento, gode di ottima salute, riporta lo studio clinico.
La trifallia è una sindrome unica come sostenuto dai medici che hanno seguito il bambino iracheno (“per quanto ne sappiano è il primo caso certificato”, ha dichiarato Saleem Jabali) ma si stima che un maschio su cinque-sei milioni nasce con più di un pene.
Anomalie simili a questa sono il nascere con due scroti o due ani. Un caso in India è balzato agli onori delle cronache sei anni fa ma, a differenza del caso iracheno, non c’era una pubblicazione scientifica a certificare la storia sanitaria del ragazzo. Non mancano storie e segnalazioni di giovani uomini nati con due peni “funzionanti”, ovvero in grado di urinare o eiaculare da entrambi i membri.
Bimba nasce con l’intestino al posto del polmone, è salva
Grazie all’equipe delle Molinette.
È una storia miracolosa di rinascita. È stata salvata grazie ad un intervento prima e ad un trapianto di fegato in seguito una piccola bimba nata con l’intestino al posto di un polmone, a causa di una rarissima e grave forma di ernia diaframmatica, presso la Città della Salute di Torino.
Bimba nasce con l’intestino al posto del polmone
La storia inizia ben prima della sua nascita quando, alla ventesima settimana di gestazione, all’ecografia sulla mamma viene riscontrata nel feto la presenza di un’ernia diaframmatica congenita, una rara malformazione in cui, a causa di un vero e proprio “buco” nel diaframma, l’intestino può spostarsi nel torace e compromettere il normale sviluppo dei polmoni.
La mamma della nascitura viene quindi presa in carico dall’équipe di diagnostica prenatale dell’ospedale Sant’Anna, diretta dal dottor Andrea Sciarrone, e la
gravidanza viene monitorata sino alla nascita della bimba nel novembre 2019, allorchè viene immediatamente ricoverata presso la Rianimazione pediatrica dell’ospedale Infantile Regina Margherita, diretta dal dottor Giorgio Ivani, e, dopo 2 giorni di trattamento intensivo, sottoposta ad un delicato intervento chirurgico di correzione dell’ernia diaframmatica dal direttore della Chirurgia pediatrica dottor Fabrizio Gennari e dalla sua équipe.
Solitamente nei bambini affetti da ernia diaframmatica il decorso postoperatorio porta ad un progressivo recupero della funzione cardiopolmonare ed un ritorno ad una vita normale, ma per la neonata le cose si sono dimostrate da subito ben più complesse. Infatti la comparsa di altre problematiche, non correlate alla malformazione, prolungano la permanenza in Rianimazione pediatrica sino al marzo 2020 e rendono poi necessaria una lunga degenza presso il reparto di Pneumologia pediatrica diretto dalla dottoressa Elisabetta Bignamini. Nel corso dei mesi la situazione respiratoria si complica ulteriormente perchè la piccola sviluppa una malattia epatica colestatica che determina l’abnorme ingrossamento del fegato, con effetto compressivo sul torace. Si instaura una progressiva insufficienza epatica e la gestione clinica si fa sempre più complessa, non essendovi prospettive di dimissione. La mamma e il papà però non si arrendono mai, sostenuti anche dalla straordinaria voglia di vivere della loro bimba.
Le cure
La “tenacia” della piccola sostiene anche tutti i professionisti che, in un ampio ambito multidisciplinare, hanno in cura la bimba e giungono alla decisione di inserirla in lista d’attesa per un trapianto di fegato, che si presenta da subito ad altissimo rischio. L’attesa di un organo idoneo si prolunga per mesi, durante i quali la piccola contrae e supera brillantemente anche l’infezione da Covid 19. Grazie al Coordinamento regionale trapianti del Piemonte (diretto dal professor Antonio Amoroso), finalmente nel novembre 2020, a COVID superato, arriva il fegato ideale, proveniente da un donatore anch’esso reduce da COVID. Si procede così al trapianto.
Questo impegnativo intervento, eseguito presso l’ospedale Molinette dal professor Renato Romagnoli (direttore del Centro trapianti di fegato dell’ospedale Molinette) e dalla sua équipe, e le successive cure intensive post-trapianto assicurate dall’équipe di Anestesia e Rianimazione 2 delle Molinette (diretta dal dottor
Roberto Balagna), permettono all’organismo della bimba di recuperare progressivamente dopo tutte le difficoltà già superate. Sarà tuttavia necessaria ancora una lunga degenza prima in Rianimazione pediatrica e poi nel reparto di Gastroenterologia del Regina Margherita, diretto dal dottor Pierluigi Calvo, per arrivare alla meta. Ora anche i polmoni possono crescere e svilupparsi regolarmente nella loro naturale posizione.
Aspettando le dimissioni
Tra qualche giorno finalmente arriverà il momento tanto atteso della dimissione dopo un ricovero che dal giorno della nascita è durato ben 17 mesi, ma che, grazie all’impegno di numerosi medici ed infermieri di molti reparti e servizi della Città della Salute di Torino, ha permesso ora ai genitori di poter tornare a casa con la loro bimba ed iniziare quella vita normale che tanto hanno desiderato.