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FOIBE, LA “BIMBA CON LA VALIGIA”: NIENTE CITTADINANZA ONORARIA ALLE VITTIME DEL GENOCIDIO ITALIANO (VIDEO: FOIBE, LA “BIMBA CON LA VALIGIA”: NIENTE CITTADINANZA ONORARIA ALLE VITTIME DEL GENOCIDIO ITALIANO)
Egea Haffner è passata alla storia come la “bimba con la valigia”. La fotografia è il simbolo del genocidio italiano in Istria.
Ieri sera era a Verona, al teatro Stimate, a presentare in esclusiva il primo e unico docufilm raccontato da lei in prima persona di quella “bambina con la valigia”, simbolo degli esuli e dei racconti sulle foibe. Un documentario straordinario realizzato grazie all’associazione culturale Storia Viva, per la regia di Mauro Vittorio Quattrina. Alla presentazione anche il vicepresidente del Consiglio Regionale del Veneto Massimo Giorgetti, attento alle tematiche che riguardano l’esodo giuliano dalmata.
“Egea – ci dice Grazia Pacella di Storia Viva – ha rilasciato il permesso in esclusiva di narrare la sua storia attraverso un docufilm che abbiamo fatto realizzare partendo proprio dagli avvenimenti che portarono allo scatto di questa oramai famosissima foto”.
Ma per lei, vittima italiana di uno sterminio sia di carne e sangue che della memoria, non ci sono cittadinanze onorarie.
Ormai Segre è cittadina onoraria di ogni Comune italiano. Chi si rifiuta di darle la cittadinanza onoraria, visto che è diventata una barzelletta, viene tacciato di ‘antisemitismo’. E sono gli stessi che odiano Israele.
Poi, scopri che a Bassano la sinistra esce dall’aula per non votare la cittadinanza onoraria ad una sopravvissuta alle foibe: l’olocausto italiano non deve essere riconosciuto.
La donna ha 78 anni, e vive a Rovereto col marito ingegnere. Si chiama Egea Haffner è una delle 350mila vittime italiane della pulizia etnica slava in Istria e Dalmazia.
Una dei 350mila italiani profughi in Patria dalle terre giuliane, istriane e dalmate. Una di loro:

E così la piccola Egea fu costretta a lasciare la sua terra natia a 5 anni. Del padre non s’è saputo più nulla. Sarà finito in una delle ferite della terra istriana chiamate foibe.
La signora Haffner ha rifiutato la cittadinanza onoraria di Bassano del Grappa dopo avere appreso del voto contrario della sinistra. Altra levatura rispetto a chi fa incetta di ‘cittadinanze’: «Certamente sono onorata di questa iniziativa, ma nessuno mi ha prima avvisato e ho saputo il tutto qualche ora fa. Tuttavia, non ho alcuna intenzione di accettarla. Io ho già ricevuto dall’allora presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, la “medaglia commemorativa del Sacrificio offerto alla Patria” conferita a mio padre, Kurt Haffner, e mi basta. Adesso non voglio essere strumentalizzata dalla politica».
«Non si può non vedere in tutto ciò una certa strumentalizzazione politica. D’altronde, vedere consigli comunali che si scontrano su relative mozioni, prima presentate, poi ritirate, non può che avvalorare la tesi. Da quanto mi risulta, inopinatamente, in questi giorni diverse amministrazioni comunali hanno dato vita a simili iniziative nei miei confronti. Una serie di mozioni a cui è stato abbinato il mio nome a quello della senatrice Segre, per un riconoscimento di cittadinanza onoraria. Se qualcuno l’ha fatto ha sbagliato e quando ne verrò a conoscenza, scriverò un “no grazie”».
Già. Ma la storia non può essere selettiva. O si ricorda tutto, e si onora la memoria di tutti. Oppure è esercizio di manipolazione.
«Sono due storie diverse che devono essere ricordate separatamente se si vuole in qualche modo conciliarle. Nel momento invece in cui vengono contrapposte le persone che ne sono il simbolo – e in questo caso io, mio malgrado, per quella celeberrima mia foto da piccola con la valigia in mano in partenza da Pola – per una lotta politica, si genera confusione e si rischia di essere irrispettosi nei confronti degli stessi protagonisti».
«È un dovere informare le nuove generazioni di quello che è il passato. Io ho portato diverse testimonianze nelle scuole, fino a pochi anni fa nessuno ne parlava. Una delle prime grandi iniziative è stata quella del direttore del Museo Storico della Guerra di Rovereto, che grazie alla sua sensibilità nel 1997 organizzò la mostra “Istria: i volti dell’esodo”. Per la sua realizzazione, furono raccolti cimeli e foto di quelle tragiche giornate. E a simboleggiare l’evento quella foto di una bimba dai capelli a boccoli, l’Esule giuliana 30001 e che sono io».
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- FOIBE, LA “BIMBA CON LA VALIGIA”: NIENTE CITTADINANZA ONORARIA ALLE VITTIME DEL GENOCIDIO ITALIANO